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Barbara mi dice sempre: "Ordina la stanza!"

Il DISCORSO DIRETTO si usa per riportare le parole esattamente come sono state scritte o dette. Per capire dove si trova, si usano segni di punteggiatura (') e i due punti (:). Per esempio si può dire quanto segue. Mio padre dice sempre: 'pensa a quello che fai!'.

Guardate questa immagine. C'è Luigi e una televisione. Il ragazzo è triste e dice le parole nel balloon. Poi arriva un'altra persona che si chiama Davide, il quale vuole 'riportare senza modifiche' quello che dice Luigi. Che TIPO DI DISCORSO deve usare Davide?

c e g

Quando una persona (detta NARRATORE) scrive quello che dice un'altra persona (detta PERSONAGGIO), si può usare il discorso diretto. La struttura di questo discorso è formata dal: VERBO DIRE (:) 'PAROLE DEL PERSONAGGIO'. Le 'parole del personaggio' sono tra virgolette (") oppure ('). Ecco lo schema che chiarisce questa struttura. In questo caso 'Luigi' è il 'personaggio':

c e g

Oltre al verbo 'dire', si può INTRODURRE IL DISCORSO DIRETTO CON ALTRI VERBI. Nella foto qui sotto ci sono tre lettere, che sono le iniziali di tre verbi. Questi verbi possono sostituire il verbo 'dire'. Riuscite a indovinare quali sono?

c e g

  • Al ristorante Adriana mi ha detto: 'Guarda il menù e scegli quello che vuoi'.
  • Chiara ieri mi ha detto: 'E se durante il concerto mi scappa? Come farò?'.
  • Eravamo in libreria, quando mia cugina mi ha detto: 'Devo comprare una cartolina per una mia amica'.
  • Giulia ieri mi ha detto: 'Mio figlio comincia a camminare a gattoni!'.
  • Il detective disse: 'Ho capito chi è l'assassino, direi elementare'.
  • Il giudice ha dichiarato: 'Non ci sono abbastanza elementi per stabilire la colpevolezza dell'imputato'.
  • Mia madre mi ha detto: 'Ma cosa hai combinato ieri sera? Nessuno ti trovava'.
  • Nonostante stessi male, mia sorella mi ha chiesto: 'Esci per prendermi le sigarette?'.

Questo dizionario comprende le 2000 parole del LESSICO FONDAMENTALE della lingua italiana. Puoi cercare per parola, oppure per categoria

  • a (prep. sempl.) (invar.)
    - La prima lettera dell'alfabeto italiano. Introduce diversi COMPLEMENTI come STATO IN LUOGO (es. Sto a casa oggi), oppure MOTO A LUOGO (es. Vado a casa)
  • abbandonàre (v. tr. -> abbandono - ho abbandonato - abbandonavo) (invar.)
    - Azione di lasciare qualcosa o qualcuno. (es. Abbandono volentieri questa casa)
  • abbassàre (v. tr. -> abbàsso - ho abbassato - abbassavo) (invar.)
    - L'azione di portare qualcosa in una posizione più bassa. (es. abbassa la testa perché urti alla porta)
  • abbastànza (avv. quant.) (invar.)
    - Completa un verbo e indica UNA QUANTITA' di quell'azione. (es. Ho lavorato abbastanza)
  • abbracciàre (v. tr. -> abbraccio - ho abbracciato - abbracciavo) (invar.)
    - Atto di circondare con la braccia qualcosa o qualcuno (es. Abbraccio la mia fidanzata)
  • abitàre (v. tr. -> àbito - ho abitato - abitavo) (invar.)
    - Azione di stare in un posto e rimanere lì stabilmente. (es. Abito in Germania da 10 anni)
  • àbito (sost.) (s. m.)
    - Sinonimo di VESTITO, che comprende sopra e sotto. (es. Hai un bellissimo abito da sera)
  • abituàre (v. tr. -> abìtuo - ho abituato - abituavo) (invar.)
    - Azione verso qualcuno, in modo da far diventare famigliare un'attività. (es. Abituo mio figlio alla musica anni '80)

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